La tentazione del presentismo
[#3] Guardare il passato con le lenti del presente rischia sempre di deformare gli avvenimenti. Ma non bisogna nemmeno minimizzare i problemi etici legati a fatti del passato.
Tra le storie che riguardano l’uso della scienza allo scopo di giustificare il razzismo, una di quelle che mi ha colpito di più è sicuramente quella di Lidio Cipriani, finita anche dentro a Bianca scienza. Cipriani era un antropologo fascista e ha viaggiato in lungo e in largo per l’Africa studiando le diverse popolazioni che la popolano. Imbevuto di idee derivanti dalla fisiognomica, voleva costruire un catalogo dei volti delle diverse “tribù” da usare come strumento di comparazione e didattica per identificare le diverse supposte razze umane.

Le classificazioni come quella di Cipriani non avevano scopi puramente estetici o tassonomici, ma erano veri e propri strumenti di oppressione coloniale. A determinati tratti somatici, e quindi all’appartenenza a questa o quella razza, corrispondevano anche dei tratti caratteriali, delle inclinazioni a diverse attività. Ne risulta una graduatoria delle razze, dalla meno alla più evoluta, con al vertice - ovviamente - la razza europea.
Questo tipo di idee erano utili al potere politico, perché giustificavano l’impresa coloniale: se le popolazioni per esempio dell’Africa sono tanto inferiori è giusto che le razze superiori le guidino e le governino. Ovviamente, nessuna delle idee sull’esistenza delle razze umane ha retto il confronto con le più avanzate conoscenze scientifiche. Oggi, vale sempre la pena ribadirlo, sappiamo che Homo sapiens è una specie priva di razze. Come spesso si riassume: siamo tutti parenti.
Cipriani mi è tornato in mente leggendo un breve articolo scientifico su Juliano Moreira, psichiatra brasiliano che per primo introdusse nel suo paese la psicanalisi (e sul quale mi piacerebbe tornare in uno dei prossimi numeri della newsletter). Ripercorrendo a grandi linee la sua figura e accostandola a quella di un altro, ben più noto psichiatra come Frantz Fanon, Rina Arya spiega come le idee dei due contenessero anche una critica del pensiero psichiatrico di Emil Kraepelin’, un grande innovatore della psichiatria e della psicologia. Che però sosteneva anche idee molto discutibili come l’applicazione dell’eugenetica. Che fare con Kraepelin’? Eliminarlo perché razzista? Eppure alcune sue idee sono state riconosciute come importanti, soprattutto nel campo dello studio della demenza precoce e delle manie depressive.
In questo contesto, Rina Arya sottolinea l’importanza di evitare il presentismo, cioè la tentazione di giudicare con le conoscenze e il sistema valoriale di oggi il modo di comportarsi e di pensare di una persona che è vissuta nel passato, in un contesto necessariamente diverso. Scrive Arya: “non possiamo epurare la storia. Il passato è indissolubilmente legato al presente e al futuro e aggirarlo, sia attraverso la cancellazione che attraverso la minimizzazione, non è utile per il progresso della conoscenza”. Non sarebbe, cioè, di nessuna utilità cancellare una persona o un fatto dalla storia, eliminando ciò che non è più accettabile oggi. Ciò si lega, per esempio, al tema dei monumenti del passato, come quelli costruiti per celebrare il fascismo: dobbiamo lasciarli dove sono? Eliminarli? Modificarli? In un recente libro, lo storico dell’arte Tomaso Montanari propone una risignificazione dei monumenti problematici, ma le posizioni proposte e analizzate sono molte di più.
Altra cosa che, dice Arya, non possiamo fare è minimizzare un fatto del passato, cercando di smussarne gli angoli che oggi troviamo troppo appuntiti. Un esempio può essere quello della vicenda legata al famigerato acquisto di una schiava bambina nell’Etiopia del 1936 da parte di Intro Montanelli. C’è chi ha imbrattato la statua del celebre giornalista e chi, invece, ha tentato di minimizzare dicendo che quella era l’usanza del tempo e del luogo. Nell’articolo, Arya sottolinea che nessuno di questi due atteggiamenti permette di costruire una vera nuova conoscenza: “quello che dobbiamo fare con [il passato] è imparare da esso per sviluppare modi più inclusivi di pensare e produrre nuove storie inclusive su più livelli”.
Il rischio, aggiungo io, è che altrimenti di finire nel 1984 di George Orwell: una società in cui esiste un Partito unico che controlla e sorveglia anche la Storia alla luce dello slogan dello stesso Partito: “chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato”. Ci ritroveremo con un Ministero della Verità e tanti Winston Smith, il protagonista del romanzo, che ha il compito di riscrivere costantemente la storia perché sia coerente con la dottrina del potere. Dobbiamo invece continuare a scavare nel passato, cercare di capire la complessità dei fenomeni che sono avvenuti e in che modo abbiano influenzato o continuino a essere presenti nella società di oggi.
I premi Nobel rispecchiano le disuguaglianze della società
Il 12 dicembre si è conclusa la cosiddetta Nobel Week, una settimana di eventi mondani che comprendono anche le lezioni pubbliche dei vincitori dei Nobel dell’anno in corso. Mai come quest’anno, era il tema della newsletter dello scorso ottobre, sono sembrati un affare completamente occidentale, anzi anglofono: tutti i laureati scientifici, infatti, vengono dagli Stati Uniti o dal Regno Unito. E non c’è neanche una donna. Ho ripreso quelle considerazioni in un articolo uscito proprio il 12 dicembre su il Bo Live. Lo trovate qui.
Appuntamenti
Il 17 dicembre sarò a Pistoia, alla libreria Lo Spazio, all’evento di presentazione del nuovo numero di Farestoria, la rivista dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia, che sarà tutto a tema colonialismo. Ovviamente si parlerà anche di Bianca Scienza.
Il 23 gennaio 2025 (ore 18:00) sarò ospite a Per un pugno di idee, un ciclo di incontri organizzato dalla Rete Semi Rurali, assieme allo storico della scienza Marco Ciardi (Università di Firenze). L’incontro si svolge alla Biblioteca dell’Agrobiodiversità (Piazza Brunelleschi 8, Scandicci, FI), ma c’è la possibilità anche di seguire in diretta sul canale YouYube della Rete.